Il mondo degli spiriti sciamanici incontra quello di Dante

Quando di parla
di sciamanesimo bisogna tenere in considerazione non solo i luoghi con cui lo
spirito sciamanico interagisce ma soprattutto le entità con lui lo fa. Si
tratta principalmente di animali o di sommi maestri, come nel caso di Virgilio,
che accompagnano lo spirito alla scoperta del nuovo mondo.
Alla fine del suo viaggio Dante conoscerà la Legge dell’universo, passando dallo stato umano a quello transumano. Descrivendolo così, l’itinerario del poeta si rivela come la trasposizione allegorica di un rituale iniziatico vero e proprio che ha come fine la gnosi attraverso l’artificio odeporico.
Alla fine del suo viaggio Dante conoscerà la Legge dell’universo, passando dallo stato umano a quello transumano. Descrivendolo così, l’itinerario del poeta si rivela come la trasposizione allegorica di un rituale iniziatico vero e proprio che ha come fine la gnosi attraverso l’artificio odeporico.
Le analogie
Anche l’ iniziazione sciamanica così come accade nei principali culti antichi, prevede una morte
“apparente”, simbolica, condizione sine
qua non per ogni ascesa. Gli sciamani, infatti, raccontano di essere scesi
negli inferi, di avere lottato contro animali che impedivano loro il cammino,
di averli battuti e quindi di essere così ri-nati.
Anche Dante
subisce più volte la morte iniziatica davanti la porta dell’Inferno:
“e caddicome l’uom che ‘l sonno piglia” (Inf. III, 136);
all’entrata del terzo cerchio:
“e caddi come corpo morto cade” (Inf. V, 142);e infine davanti a Dite:
“io non morì e non rimasi vivo” (Inf. XXXIV, 25).
L’ultima presenza
di morte “apparente” la si trova nell’ottavo cerchio quando al termine della
salita, un grido lo tramortisce.
L’ascesa verso il
Paradiso, passando dal Purgatorio, avviene mediante un cingulum che Dante getta a Gerione per “salire” al regno di mezzo.
La corda, una pianta o un’altura inoltre sono anche i mezzi scelti dagli
sciamani per “arrampicarsi” e raggiungere il Mondo superiore.
Il mito dell'Uccello
Arrivati a questo
punto delle analogie, occorre ricordare il Canto IX del Purgatorio, vv.1-3 in cui Dante, addormentatosi sulla
porta del antipurgatorio, sogna di trovarsi sul monte Ida quando un’aquila
piomba improvvisamente su di lui portandolo fino alla sfera del fuoco dove bruceranno
insieme. Il poeta poi si risveglierà a causa della sensazione di calore e
riprenderà il suo viaggio.
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Il mito dell'Uccello |
La decapitazione
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Bertram da Bornio che tiene in mano la sua testa decapitata - Gustav Dore' |
Ci siamo serviti
di queste analogie con la Divina Commedia perchè sono il punto di partenza per
capire l’importanza simbolica delle religioni primordiali e popolari e quindi
per riconoscere in esse i veri portatori delle tradizioni alla base della
nostra civiltà.
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