martedì 27 maggio 2014

Dante “sbarca” nel Nuovo Continente

Dante “sbarca” nel Nuovo Continente



  • Il fascino della Divina attraversa i confini nazionali



Il cadenzare delle terzine dantesche ha risuonato in tutta Europa diffondendosi, in seno alle colonie italiane di rilievo createsi all'estero, inizialmente in Europa: in Svizzera (Ginevra, 1894; Zurigo, 1895), in Belgio (Liegi,1894) e in Francia (Marsiglia, 1895), dove i nostri connazionali emigravano in cerca di lavoro. Qui si svilupparono le prime traduzione della Divina che innescarono il processo di conquista dei lidi stranieri da parte del nostro Poeta.




Ma come possiamo spiegarci la migrazione di Dante in America? Fu l'Inghilterra l'anello di connessione fra Vecchio e Nuovo Continente in quanto nella brulicante Gran Bretagna dell'età elisabettiana si era sviluppato un interesse sempre più crescente per la lingua e la letteratura italiana, che, dopo un breve intervallo, riprese all'inizio dell'Ottocento. La Divina Commedia trovò un terreno singolarmente fertile negli Stati Uniti d'America riscontrando un ampio numero di lettori interessati già dopo la sua prima traduzione in lingua britannica-americana da parte del poeta Henry Wadsworth Longfellow nel 1867. Wodsworth non operò da solo per svolgere l'arduo onere ma fu aiutato da altri illustri connazionali quali il poeta James Russell Lowell, il dottor Oliver Wendell Holmes, lo storico George Washington Greene, l'editore James Fields ed il professore di storia dell'arte Charles Norton i quali costituirono due anni prima si erano riuniti in un circolo presso la casa di Logfellow a Cambridge, nel Massachussets, per intraprendere l'impresa, circolo che nel 1881 divenne ufficialmente “The Dante Society of America”.
Henry Wadsworth Holmes
Certo che Dante dovette aspettare un po' prima di conquistare il plauso e il gusto degli abitanti oltreoceano, anche perché l'immagina dell'America estroversa ed elettrizzante, in cui cinema e burlesque la facevano da padroni potrebbe sembrarci quanto di più lontano dalla linearità e profondità della letteratura dantesca. Ma così non è in quanto dietro la facciata scanzonata e lussuriosa del Nuovo Mondo si nascondono fattori etico-religiosi complessi e di molto rilievo che ne determinano la struttura, ciò che lo studioso di puritanesimo Perry Miller definì “sotterranea corrente”.


  • Il puritanesimo abbraccia Dante


I gruppi puritani, perseguitati in Inghilterra attraversarono l'Atlantico a bordo della “Mayflower” nel 1620 e fondarono nelle vicinanze di Cape Cod la colonia di Pymouth. Il puritanesimo, esasperava il principio puritano delle coscienze libere, del rapporto diretto e personale fra uomo e Dio, oltre ad avere una congenialità e apertura, ereditata dalla cultura medievale, verso le simbologie ed allegorie che sappiamo costellano l'ordito della tela dantesca, tanto che l'eminente teologo puritano John Cotton (1584-1652) aveva elencato anche Dante fra coloro che erano stati chiamati da Dio in persona affinché preparassero lo spirito del cristianesimo protestante e testimoniassero a favore della “prima rinascita” cui sarebbe seguita, una completa “resurrezione” del cristianesimo fondato sul “mistero del Vangelo”, ad opera del protestantesimo,
È certo che per la cultura puritana, caratterizzata da un tenace labor limae interiore, da un'ossessiva analisi dei temi del peccato e della ssalvezza, La Divina Commedia giocasse un ruolo da protagonista, quale vademecum del retto puritano, dell'uomo che non ricerca il rapporto con dio tramite il Papa, bensì rivendica un dialogo proprio e personale.


  • Il periodo romantico


Nella seconda metà del XVIII secolo il puritanesimo incontrerà le tensioni e inquietudini preromantiche, il cui gusto per l'eccelso ed il sublime trovavano un'eco nella Divina Commedia tanto che non può destare stupore il fatto una delle prime traduzioni apparsa in America nel 1791 riguarda il famosissimo episodio del conte Ugolino in cui il pathos e l'orrido costituiscono gli elementi essenziali. L'autore William Dunlap (1766-1839), scrittore, pittore, abile regista e operatore culturale, tradusse in pentametri giambici (verso incalzante atto a cadenzare il ritmo tetro e abominevole della scena) i vv.46-75 di If. XXXIII.

Al 1843 risale invece la traduzione dei primi dieci canti della Commedia da parte di Thomas W. Parsons (1814-1873), pubblicata a Boston. Ciò che interessa maggiormente di Dante è la sintesi storico. Culturale che prende vita nella sua opera attraverso gli occhi del protagonista che la vive personalmente: è l'esplosione più forte dell'io. Lo stesso interesse però riguarda anche la struttura che regge tutta quanta la Commedia e la simbologia intrinsecamente correlata a questa.
C'è anche da dire che il dantismo costituiva un gradino importante della scala culturale che i giovani talenti di Harvard e Boston dovevano percorrere, una scala in cui l'uomo e le indagini su di esso erano il punto focale. Fu proprio da questo background culturale che nacque l'idea di Longfellow di dare una veste inglese, su suolo americano, al poema dantesco.

  • Il Novecento


Nel Novecento gli studi danteschi sono giunti a piena maturazione con originali e e notevoli contributi, pur risentendo sempre degli apporti europei. Devono essere citati per la cronaca C.A. Dinsmore, Charles H. Grandgent al quale si deve la prima edizione americana annotata del testo della Commedia (1907-13 e 1932), di Kenneth McKenzie che ha curato la prima edizione commentata della Vita Nuova (1922). Le università di Harvard e Cornell posseggono le più ricche collezioni di letteratura dantesca fuori d'Italia.
In nessuna lingua Dante è stato tradotto quanto in inglese; delle più di ottanta versioni della Commedia (una o più cantiche) apparse dal 1782 ad oggi, ventidue sono opera di americani; delle dodici versioni in inglese apparse dal 1945, nove sono americane, inoltre le pubblicazioni e le manifestazioni che si sono avute in occasione del settimo centenario della nascita di Dante hanno riconfermato i grandi passi in avanti compiuti dagli studi danteschi negli Stati Uniti.



Isabel Morellato













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