lunedì 24 marzo 2014

PALAZZO BAROLO: UNA REINTERPRETAZIONE ARCHITETTONICA DELLA DIVINA COMMEDIA

ALLA SCOPERTA DELL’ARGENTINA ATTRAVERSO L’EDIFICO ITALIANO PER ECCELLENZA



L'Europa egli anni '20

Palazzo Barolo a Buenos Aires
Era il 1919 e la Prima guerra mondale si era appena conclusa. L’Europa riversava in una situazione drammatica. La guerra aveva prodotto solo morte e macerie; i popoli di ciascun Paese erano in ginocchio e la disperazione regnava ovunque. Quale futuro poteva offrire l’Europa degli anni ‘20? Nessuna. Si, proprio nessuna. 

La soluzione per la sopravvivenza europea: l'Argentina

Se si voleva sopravvivere bisognava abbandonare il continente alla scoperta dei nuovi e l’Argentina era una delle mete più ambite, all’epoca era la settima potenza del mondo con tante opportunità di futuro.
Per salvaguardare le bellezze del nostro Paese e il padre della nostra lingua l’Argentina era l’unica soluzione.

Palazzo Barolo: una leggenda

Da queste considerazioni nasce l’esigenza di lasciare un segno della nostra italianità, un segno indelebile che ricordi Dante Alighieri, il padre della lingua italiana. Palazzo Barolo a Buenos Aires è l’emblema della nostra cultura.







Il Palazzo, costruito nel 1919  dall’architetto italiano Mario Palanti per volere dell’industriale tessile Luigi Barolo e inaugurato nel 1923, è situato sulla grande Avenida de Mayo il corso principale della città, al civico 1300 che corrisponde secolo in cui Dante scrisse la sua Commedia.
Secondo una normativa dell’epoca, per potere costruire gli edifici sull’Avenida, questi non dovevano superare i 20 metri d’altezza ma Barolo ebbe un permesso speciale per innalzare il suo “santuario” 4 volte di più perché doveva raggiungere il Paradiso, si diceva. L’edifico infatti misura 100 metri come 100 sono i Canti.

Il primo piano ovviamente richiama la struttura dell’inferno fino al quarto, dal quarto al ventiquattresimo piano si trova il Purgatorio e da qui fino alla Cupola il Paradiso.

Al centro dell’edificio si trova una grande urna che era destinata a conservare i resti del poeta, l’urna è custodita da un’aquila; ed ecco che ritorna il mito del volatile tipico dei riti sciamanici (leggi anche “Un confronto tra sciamani e Dante). Dante rimase in Italia, a Ravenna. Agli argentini rimane la testimonianza di qualcuno che non volle mai dimenticarlo.

Pensate che Palazzo Barolo è stato anche fonte d’ispirazione per set cinematografici, per esempio l’attore Christofer Lambert si rifugiò qui in una scena di Highlander II.

Palazzo Barolo dunque è qualcosa di unico, di inimitabile, una leggenda.


Nessun commento:

Posta un commento