lunedì 24 marzo 2014

IL VIAGGIO DI DANTE E IL VIAGGIO DI MAOMETTO A CONFRONTO: LE ANALOGIE


Don Miguel Asin Palacio e le analogie con la cultura araba

Il panorama degli studi intorno a Dante è sempre stato molto vasto anche fuori dall’Europa. Dopo la sua morte avvenuta nel 1321, Dante è stato fonte di ispirazione per tante opere e si narra che il vero significato della sua Commedia sia stato svelato solo dopo seicento anni dalla sua scomparsa.

È  proprio dopo seicento anni infatti, negli anni '20 del Novecento, che appaiono le prime opere d’ispirazione dantesca come quelle del sacerdote spagnolo Don Miguel Asin Palacio, Escatologia musulmana nella Divina Commedia, in cui vengono rilevate numerose analogie e corrispondenze con testi appartenenti alla cultura araba. Si pensa che sia stata proprio questa ad influenzare la Divina Commedia in un’epoca in cui in Europa dominava la cultura araba e la cultura cristiana non ne era affatto estranea.




Le critiche

Naturalmente non tardarono ad arrivare le critiche da parte dei dantisti italiani riguardo specialmente l’assunto che il Sommo Poeta aveva pensato e scritto la Commedia da se senza “imitare” nessuno, mai e poi mai gli arabi, contro i quali sferra un potente attacco in quanto poeta cristiano per eccellenza fedele del tomismo.

Che il problema fosse legato alle origini di Palacio stesso, un arabista e per di più spagnolo che scriveva di letteratura italiana?
Sta di fatto che facendo una comparazione tra il Poema e alcuni scritti arabi analizzati da Palacio, si posso trovare delle somiglianze rilevanti riguardo i viaggio di Maometto e quello del poeta fiorentino.

Il viaggio e la discesa negli inferi

Il viaggio notturno del Profeta Muhammed in groppa a al-Burâq, simbolo dell’amore divino, che lo vede arrivare a Gerusalemme, prevede la prima discesa negli inferi, al Isra', e poi l’ascensione nelle sfere celesti, al Mi'raj. Lo scopo del viaggio di Maometto è il raggiungimento di Dio, e quindi della stessa santità. I profeti sono “diversi” da tutti gli altri uomini perché il loro viaggio rappresenta il modello di ascesi per abbandonare se stessi in nome della vera conoscenza di Dio.

E se invece Dante fosse venuto a conoscenza della leggenda del Al Mi’raj da chi aveva esperienza diretta perché era stato alla corte di re Alfonso il Savio dove venivano tradotti testi arabi e cioè Brunetto Latini?

Il viaggio di Dante, che da perfetto cristiano durerà tutta la Settimana Santa fino alla Pasqua di Resurrezione, inizia con il suo smarrimento in una selva oscura dove si imbatte in tre fiere che gli impediscono il passaggio, un leone, una lonza e una lupa, le stesse che incontrerà Maometto e lo faranno indietreggiare; per fortuna che con loro ci sono le due guide maestre, Virglio, nel per Dante e l’arcangelo Gabriele per Maometto che soddisfano le curiosità di entrambi.

La struttura dell'Inferno 

Analogamente alla struttura dell’Inferno dantesco, anche l’architettura dell’inferno musulmano è a forma d’ imbuto, costituito da diversi livelli e gradi, il punto più basso dell’imbuto corrisponde al centro della terra rappresentato dalla città di Gerusalemme.

Le pene

In uno dei manoscritti analizzati dallo studioso spagnolo si può leggere come l’analogia con la Commedia riguardi anche le pene inflitte ai peccatori. Maometto, vede per primo un uomo al quale gli viene fracassata la testa, con un macigno, da parte di un demone; il masso rotola, e quando il carnefice torna con esso al fianco della vittima, il capo di questa riappare integro e sano, affinché il boia possa ripetere indefinitamente il suo supplizio.


Obbligato a proseguire il cammino, Maometto incontra poi un altro uomo stavolta seduto, il cui carnefice introduce alternativamente negli angoli della bocca, negli occhi e nelle narici un uncino di ferro.


Un po' più avanti,  gli si presenta davanti agli occhi un uomo che nuota a fatica in un fiume di sangue per raggiungere la riva dove lo aspetta un boia che con la mano gli infila in bocca un mucchio di pietre roventi, obbligandolo a ritornare a nuoto fino al centro del fiume. Anche questo supplizio si ripete, come i precedenti, all'infinito.

Successivamente Maometto incontra un edificio a forma di torre che è come un forno acceso, dal quale si sentono delle grida di donne e uomini nudi inghiottiti dalle fiamme.

I tre uomini che Maometto incontra all’inizio del suo viaggio sono rispettivamente l’ipocrita, il bugiardo e infine l'usuraio; quelli che bruciano nel forno invece sono gli adulteri. Dalle scene descritte è facile capire come esse siano le punizioni speculari ai peccati, quello che Dante chiama col termine contrappasso, il rapporto di analogia tra colpa commessa e punizione.

L'ascesa al Paradiso 

Per purificarsi all'uscita dell'Inferno e per procedere verso il Paradiso, Dante effettua una triplice abluzione, la stessa che purifica le anime islamiche: prima di raggiungere il Cielo, queste si immergono nelle acque di tre fiumi che irrigano il giardino di Abramo...

L'architettura delle sfere celesti

Passiamo adesso all’ultima analogia che riguarda l'architettura delle sfere celesti attraverso cui si compie l'ascesa di Dante.
La tradizione islamica prevede nove cieli in cui le anime pure sono disposte, secondo i loro rispettivi meriti e alla fine, si ritrovano tutte nell'Empireo. Qui Gabriele abbandona Muhammad davanti al Trono di Dio dove sarà attirato da una ghirlanda luminosa; così come Dante che sarà attratto da un fascio di Luce intensa, circondato da nove cerchi concentrici in cui compaiono gli spiriti angelici; in quello più vicino al focolare sono disposti i Cherubini e tutti e nove girano senza tregua intorno al centro divino.

Se Dante sia stato veramente “contagiato” dalla cultura islamica questo non si sa ma certo è che si mostra del tutto consapevole dell'importanza culturale che l'Islam ha avuto per la civiltà occidentale.




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