IL VIAGGIO DI DANTE E IL VIAGGIO DI MAOMETTO A CONFRONTO: LE ANALOGIE
Don Miguel Asin Palacio e le analogie con la cultura araba
Il panorama degli studi intorno a Dante è sempre stato molto vasto anche fuori dall’Europa. Dopo la sua morte avvenuta nel 1321, Dante è stato fonte di ispirazione per tante opere e si narra che il vero significato della sua Commedia sia stato svelato solo dopo seicento anni dalla sua scomparsa.
Le critiche
Naturalmente non
tardarono ad arrivare le critiche da parte dei dantisti italiani riguardo
specialmente l’assunto che il Sommo Poeta aveva pensato e scritto la Commedia
da se senza “imitare” nessuno, mai e poi mai gli arabi, contro i quali sferra
un potente attacco in quanto poeta cristiano per eccellenza fedele del tomismo.
Che il problema
fosse legato alle origini di Palacio stesso, un arabista e per di più spagnolo
che scriveva di letteratura italiana?
Sta di fatto che facendo
una comparazione tra il Poema e alcuni scritti arabi analizzati da Palacio, si
posso trovare delle somiglianze rilevanti riguardo i viaggio di Maometto e
quello del poeta fiorentino.
Il viaggio e la discesa negli inferi
Il viaggio notturno
del Profeta Muhammed in groppa a al-Burâq,
simbolo dell’amore divino, che lo vede arrivare a Gerusalemme, prevede la prima
discesa negli inferi, al Isra', e poi
l’ascensione nelle sfere celesti, al
Mi'raj. Lo scopo del viaggio di Maometto è il raggiungimento di Dio, e
quindi della stessa santità. I profeti sono “diversi” da tutti gli altri uomini
perché il loro viaggio rappresenta il modello di ascesi per abbandonare se
stessi in nome della vera conoscenza di Dio.
E se invece Dante
fosse venuto a conoscenza della leggenda del Al Mi’raj da chi aveva esperienza
diretta perché era stato alla corte di re Alfonso il Savio dove venivano
tradotti testi arabi e cioè Brunetto Latini?
Il viaggio di Dante, che da perfetto cristiano durerà
tutta la Settimana Santa fino alla Pasqua di Resurrezione, inizia con il suo
smarrimento in una selva oscura dove si imbatte in tre fiere che gli
impediscono il passaggio, un leone, una lonza e una lupa, le stesse che
incontrerà Maometto e lo faranno indietreggiare; per fortuna che con loro ci
sono le due guide maestre, Virglio, nel per Dante e l’arcangelo Gabriele per
Maometto che soddisfano le curiosità di entrambi.
La struttura dell'Inferno
Analogamente
alla struttura dell’Inferno dantesco, anche l’architettura dell’inferno
musulmano è a forma d’ imbuto, costituito da diversi livelli e gradi,
il punto più basso dell’imbuto corrisponde al centro della terra rappresentato dalla città di Gerusalemme.
Le pene
In uno dei manoscritti analizzati dallo studioso spagnolo si può
leggere come l’analogia con la Commedia riguardi anche le pene inflitte ai
peccatori. Maometto,
vede per primo un uomo al quale gli viene fracassata la testa, con un macigno,
da parte di un demone; il masso rotola, e quando il carnefice torna con esso al
fianco della vittima, il capo di questa riappare integro e sano, affinché il
boia possa ripetere indefinitamente il suo supplizio.
Obbligato a
proseguire il cammino, Maometto incontra poi un altro uomo stavolta seduto, il
cui carnefice introduce alternativamente negli angoli della bocca, negli occhi
e nelle narici un uncino di ferro.
Un po' più avanti,
gli si presenta davanti agli occhi un
uomo che nuota a fatica in un fiume di sangue per raggiungere la riva dove lo
aspetta un boia che con la mano gli infila in bocca un mucchio di pietre roventi, obbligandolo a ritornare a nuoto fino al centro del fiume. Anche questo supplizio si ripete,
come i precedenti, all'infinito.
Successivamente
Maometto incontra un edificio a forma di torre che è come un forno acceso, dal
quale si sentono delle grida di donne e uomini nudi inghiottiti dalle fiamme.
I tre uomini che Maometto incontra all’inizio del suo viaggio sono
rispettivamente l’ipocrita, il bugiardo e infine l'usuraio; quelli che bruciano
nel forno invece sono gli adulteri. Dalle scene descritte è facile capire come
esse siano le punizioni speculari ai peccati, quello che Dante chiama col
termine contrappasso, il rapporto di analogia tra colpa commessa e punizione.
L'ascesa al Paradiso
Per purificarsi all'uscita dell'Inferno
e per procedere verso il Paradiso, Dante effettua una triplice abluzione, la
stessa che purifica le anime islamiche: prima di raggiungere il Cielo, queste si
immergono nelle acque di tre fiumi che irrigano il giardino di Abramo...
L'architettura delle sfere celesti
Passiamo adesso all’ultima analogia che
riguarda l'architettura delle sfere celesti attraverso cui si compie l'ascesa di
Dante.
La tradizione islamica prevede nove
cieli in cui le anime pure sono disposte, secondo i loro rispettivi meriti e alla
fine, si ritrovano tutte nell'Empireo. Qui Gabriele abbandona Muhammad davanti al Trono di Dio dove sarà
attirato da una ghirlanda luminosa; così come Dante che sarà attratto da un
fascio di Luce intensa, circondato da nove cerchi concentrici in cui compaiono
gli spiriti angelici; in quello più vicino al focolare sono disposti i
Cherubini e tutti e nove girano senza tregua intorno al centro divino.
Se Dante sia stato
veramente “contagiato” dalla cultura islamica questo non si sa ma certo è che si mostra del tutto consapevole
dell'importanza culturale che l'Islam ha avuto per la civiltà occidentale.
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